Riceviamo e pubblichiamo il malessere dei primi cittadini di quei comuni considerati piccoli dallo stato centrale. Tra questi Michele De Sabata sindaco di Premariacco.
Il Governo ha stanziato ulteriori 905 milioni in aggiunta ai 4,3 miliardi già messi a bando, per gli anni 2021-2026, dal dpcm 21 gennaio 2021, allo scopo di consentire lo scorrimento completo dei comuni ammessi alla graduatoria.
Potranno così accedere ai fondi, tanti comuni del nord (con popolazione superiore a 15.000 abitanti) che avendo notoriamente un indice IVSM (istat) basso, rispetto al resto d’Italia, non rientravano in posizione utile per essere finanziati.
Lascia però inalterata la situazione dei piccoli comuni privati all’origine dei fondi.
Resta infatti aperta la grave questione dell’esclusione dallo stesso bando dei piccoli comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti”.
Va ricordato che la legge di bilancio nr. 160/2019 aveva stanziato 8 miliardi di finanziamenti per la rigenerazione urbana a beneficio di TUTTI i comuni, senza distinguere tra grandi e piccoli.
Il successivo dpcm però ha ingiustamente negato la possibilità di concorrere al bando ai comuni con meno di 15.000 abitanti riservando il privilegio ai comuni più grandi.
Così facendo si è impedito di fare interventi di rigenerazione urbana nel 70 % del territorio nazionale. Tanta è la superficie coperta dai piccoli comuni.
E non ripara il torto subito dai piccoli comuni il fatto che il Governo abbia poi stanziato -nella legge di bilancio 2022- altri 300 milioni di euro ai Comuni per progetti di rigenerazione urbana permettendo l’accesso ai Comuni sotto i 15.000 abitanti.
Saltano agli occhi le criticità:
1- la sperequazione di fondi. Il Dpcm ha riservato 8 miliardi al 30 % del territorio nazionale e ora ne vengono dati solo 300 milioni per il rimanente 70% dello stivale;
2- Il nuovo fondo non è riservato ai piccoli comuni. Possono infatti parteciparvi i comuni grandi che non siano riusciti a soddisfarsi nel bando miliardario;
3- Al fondo da 300 milioni i piccoli comuni possono accedere non direttamente ma con un procedimento aggravato. Sono obbligati a costituire una forma associata tra comuni tale che la somma totale delle popolazioni superi i 15.000 abitanti.
4- E infine rimane sempre il punto che la posizione in graduatoria va in base all’indice IVSM, un valore conosciuto a priori, e che vede sfavoriti molti comuni del nord d’italia.
Non è ammissibile che siano stati stanziati 4.305 milioni di euro escludendo i piccoli comuni e ora si proceda a stanziare solo 300 milioni di euro che peraltro i piccoli comuni dovranno contendersi ancora una volta con i grandi che, a pari titolo, vi potranno concorrere. Se aggiungiamo poi i noti limiti determinati dagli indici sociali, imposti dal bando, il 90% dei piccoli comuni del nord ne resteranno esclusi.
Privare il 70% del territorio italiano di questi fondi vuol dire non sviluppare buona parte del Paese, dove vive oltre il 40% della popolazione italiana.