“La vicenda Principe di Trieste, con una cinquantina di lavoratori che rischiano di rimanere per strada, è un altro episodio della deindustrializzazione del territorio triestino. Territorio già duramente colpito dal tentativo di delocalizzazione della Flex, che ha proclamato 280 esuberi, da una situazione di incertezza che riguarda la Wartsila”. E’ il commento del segretario generale Uil del Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn, alla notizia della improvvisa chiusura dello storico salumificio triestino.

“Davanti a una simile perdita di occupazione nell’industria e nel manifatturiero a Trieste, l’insediamento della Bat, per quanto prezioso, non riuscirà ad assorbire tutti i posti di lavoro persi, così come non ci riuscirà il settore del turismo, per quanto in crescita – prosegue Zorn –. La domanda che la Uil quindi si pone è ‘quale sia la politica economica complessiva?’ sul territorio. Se la Regione nelle varie vertenze assicura un’attenzione e un supporto adeguati alla questione lavoro, quella che manca è una visione economica del Comune e degli enti locali, e ancora di più una loro azione incisiva volta a favorire nuovi insediamenti industriali”, conclude il segretario.